Parrocchia Santa Maria di Galatea, Piano di Sorrento

Parrocchia di Mortora alla “Leadership Conference 24”

Una delegazione del team del Corso Alpha della comunità della Parrocchia di Mortora, accompagnata dal parroco Don Rito Maresca, si è recata a Londra per partecipare alla “Leadership Conference 24” nei giorni 6 e 7 maggio, una conferenza a cui hanno partecipato circa 5000 persone arrivate da tante nazioni dei cinque continenti che si é svolta alla Royal Albert Hall. Tutti erano lì con lo stesso desiderio: comprendere sempre più la Buona Notizia che ci ha lasciato Gesù ed esserne autentici testimoni.

Attraverso momenti di lode e momenti di testimonianza dei tanti leader cristiani, pastori di ogni denominazione cristiana ma anche laici, che hanno creduto in Gesù ed hanno lasciato che Lui cambiasse la loro vita affidandosi senza timori, si è compreso che soltanto cambiando se stessi poi si possono cambiare le proprie chiese o parrocchie e concretizzare quel desiderio che è lo stesso di Papa Francesco. Nonostante fosse organizzata da Holy Trinity Brompton, una parrocchia anglicana, la conferenza é stata aperta proprio da un videomessaggio del nostro papa, che ha benedetto tutti i partecipanti e li ha invitati a non scoraggiarsi ma adoperarsi sempre più per il sogno di una nuova Chiesa “in uscita”, cioè una chiesa aperta a tutti.

Questa conferenza é stata proprio un’esperienza meravigliosa, che oltre a lasciare una profonda pace interiore, ha motivato tutti a vivere la propria fede con più gioia e impegno, non quindi un momento di entusiasmo passeggero, ma un motore che spinge verso una trasformazione interiore, verso una crescita spirituale continua.

Mortoresi con il pastore Danielle Strickland

Due giorni pieni in cui tutti si sono sentiti chiamati a lasciarsi trasformare dall’amore di Dio che accoglie ed abbracciare la vera identità di figli amati da Dio.
In tutti i partecipanti è rimasto forte un desiderio comune: cercare un contatto diretto con Gesù, per conoscerlo veramente e approfondire il suo messaggio.

Attraverso tutte le testimonianze di chi ha osato, di chi ha corso il rischio si è compreso che la fede non è solo una questione personale, ma anche comunitaria e che l’incontro con gli altri credenti diventa un’occasione per condividere lo stesso cammino di ricerca e di conversione sentendosi parte di una famiglia più grande, dove ciascuno ha un ruolo e un dono da offrire agli altri, uniti dalla stessa fede e dalla stessa speranza in Gesù Cristo.
Vivere la fede in modo comunitario significa trasformare con amore la società, con un gesto alla volta, un incontro alla volta, un’azione alla volta, affinché divenga più inclusiva e solidale, all’insegna di quel messaggio che Gesù ha voluto lasciarci e di cui dobbiamo essere custodi per poi donarlo alla generazione seguente.

di Natalina D’Antuono